DOLORE

Cos’è il dolore?

Il dolore viene definito come una esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole. La sensazione del paziente include non solo la presenza obiettiva della patologia, ma anche l’elaborazione soggettiva di essa da parte del paziente stesso. Da ciò ne deriva che un medesimo stimolo doloroso, sottoposto a più individui, possa determinare effetti diversi per via della differente percezione del dolore influenzata da fattori patologici (come eventuali neuropatie periferiche dovute ad esempio a diabete o dallo stato emozionale del paziente. Il dolore è un sintomo, e non quindi un segno, ed è il motivo principale per cui il paziente si rivolge al medico e attraverso cui si indirizza la diagnosi sulla base delle sue caratteristiche.

Differenza tra segni e sintomi

Il sintomo, quale viene ad essere il dolore, è una condizione non oggettivabile, propria del soggetto. Fa parte dell’anamnesi. Il segno è invece oggettivo e rientra in ciò che prende il nome di esame obiettivo.

Differenza tra dolore somatico e dolore viscerale

Il dolore può essere somatico o viscerale. Questi dolori sono riferiti in maniera differente:

Il dolore somatico, ha una localizzazione ben precisa grazie alla ricca distribuzione di nocicettori nelle strutture somatiche.

Talvolta può alterare la respirazione e la postura (per motivi antalgici, fenomeno legato all’evitamento dell’insorgenza del dolore). Può essere a sua volta distinto in:

  • superficiale: derivante dagli strati superficiali della cute, data l’elevata quantità di recettori;
  • profondo: meno localizzabile rispetto al dolore somatico superficiale, ma comunque più preciso di quello viscerale, proveniente da strutture più profonde quali muscoli o tendini.

Il dolore viscerale è sordo, difficilmente localizzabile e vago, si accompagna spesso a manifestazioni vegetative come nausea, sudorazione e vomito. I visceri hanno una scarsa innervazione e una maggiore frazione di fibre C (differenti dalle fibre A-delta), per cui affinché venga percepito il dolore sono richieste stimolazioni estese e prolungate. Può essere questo avvertito come dolore:

  • Profondo: provoca per via riflessa una contrazione muscolare di difesa della parete addominale, ostacolando la palpazione all’esame obiettivo e definendo il quadro tipico di addome non trattabile;
  • Superficiale: compare in dolori intensi e di lunga durata, aggiungendo alla preesistente componente profonda una componente anche superficiale. Il dolore viscerale superficiale in base a dove viene percepito può essere distinto in due tipologie:
    • Dolore viscerale superficiale vero, nella stessa sede in cui è presente il problema. Può emergere o con una sede di elezione fissa per ogni organo, oppure in maniera epicritica con interessamento parietale del punto sovrastante lo stimolo algogeno. Un dolore di questa tipologia può essere percepito ad esempio, nella fossa iliaca destra a seguito di appendicite o ad esempio in caso di colecistite acuta.
    • Dolore viscerale superficiale irradiato, si manifesta in un secondo momento. Questo tipo di dolore è dovuto ad una stimolazione prolungata e si manifesta in una sede diversa rispetto al sito effettivamente coinvolto dalla patologia.