APPENDICITE

Cos’è l’appendice?

L’appendice, o detta anche appendice vermiforme, è un sottile diverticolo dalla lunghezza variabile tra i 2 cm e i 22 cm con un lume del diametro di 3-8 mm. La base di impianto è localizzata sulla faccia mediale o postero-mediale del cieco 2-3 cm al di sotto della giunzione ileo-cecale nel punto di confluenza delle tre tenie coliche.

Flogosi dell’appendice: appendicite

L’appendicite acuta è un processo infiammatorio a carico dell’appendice vermiforme. Rappresenta la più frequente emergenza chirurgica nei pazienti di età inferiore ai 20 anni data la grossa presenza linfoide durante quest’età. Quando l’appendice si infiamma è perché generalmente all’interno del suo lume ci sono i coproliti o corpi estranei che si infettano e si può perforare dando un quadro di addome acuto peritonitico, detto peritonite stercoracea. L’eziopatogenesi va ascritta principalmente ad un’ostruzione del lume appendicolare, che a sua volta può essere causata da:

  • Iperplasia linfoide;
  • Feci condensate (coproliti);
  • Corpi estranei (parassiti o calcoli biliari);
  • Tumori;
  • Torsione appendicolare (quando il meso è molto lasso).

Questi ultimi due sono più frequenti nell’anziano. L’ostruzione del lume genera un ristagno della componente batterica che continuerà a proliferare aumentando di concentrazione. Ciò indurrà come risposta dalla mucosa appendicolare una maggior produzione di muco. La progressiva ostruzione provoca infiammazione con edema e conseguente distensione del lume appendicolare. La conseguenza verrà ad essere un aumento della pressione endoluminale e compressione dei vasi prima linfatici, poi venosi e infine arteriosi. Le alterazioni del drenaggio linfatico e ematico dell’organo determineranno ischemia e successivamente necrosi della parete appendicolare. Il tessuto necrotico permetterà una sovraproliferazione batterica con compromissione ingravescente culminando nella perforazione dell’appendice e nello spandimento del contenuto appendicolare nella cavità peritoneale.

Possiamo avere diverse forme di appendicite, che rappresentano gli stadi evolutivi dello stato flogistico. Troviamo:

  • Forma catarrale: conseguente alla stasi linfatica legata all’aumento della pressione endoluminale. L’appendice si presenta tumefatta, edematosa, congesta, dal tipico colorito rossastro, indicativo di un processo flogistico in atto. Questa forma potrebbe risolversi con restitutio ad integrum tramite l’utilizzando un antibiotico, così come potrebbe avere un decorso silente andando ad evolvere nella forma flemmonosa;
  • Forma flemmonosa o suppurativa: complica solitamente la trombosi venosa, dove prevale la proliferazione batterica. Presenta un aspetto a “batacchio di campana” con tipico colorito violaceo. Istologicamente si riscontrano numerosi microascessi ed erosioni della mucosa. Generalmente questa forma andrà ad evolvere poi in peritonite da diffusione o da perforazione;
  • Forma gangrenosa: da riduzione dell’apporto vascolare. L’appendice è di un colorito grigio- verdastro, molle e ricca di aree necrotiche. Il contenuto endoluminale è costituito da pus fetido, materiale enterico e detriti necrotici. La perforazione è quasi sempre presente.

Per andare a diagnosticare quella che viene ad essere una condizione di appendicite possiamo valutare i caratteristici punti dolorosi appendicolari.

Piastrone appendicolare

Se il processo di evoluzione dalla forma catarrale alla forma gangrenosa avvenisse in tempi sufficientemente lunghi tali da permettere la circoscrizione del sito infiammatorio da parte dell’omento, avremmo la formazione di un piastrone appendicolare. Nel caso in cui invece la perforazione avvenisse rapidamente, si avrà un quadro di peritonite diffusa. Il piastrone appendicolare rappresenta quindi una reazione peritoneale. Questa formazione sarà palpabile e dura e avviene grazie all’ omento il quale, riccamente vascolarizzato, viene attratto dove vi è un processo infettivo, andando a protezione di tale punto.

Terapia

Il trattamento dell’appendicite acuta si basa, essenzialmente, su tre aspetti.

  • Terapia di supporto. È il primo aspetto da considerare; consiste nel sottoporre il paziente a digiuno e reidratazione, al fine di riportare nella norma lo squilibrio elettrolitico e alimentare il paziente stesso.
  • Antibioticoterapia. Secondo aspetto, va somministrata tempestivamente al momento della diagnosi, ciò riduce l’incidenza di infezione di ferita nel post-operatorio e la formazione di ascessi intraddominali.
  • Terapia chirurgica. Nel caso in cui un paziente abbia l’appendice infiammata, si potrebbe procedere con una terapia di tipo chirurgico: l’appendicectomia. La terapia chirurgica si impone in caso di appendicite perforata, che va operata entro 12-24 ore dalla diagnosi.