EMORRAGIE DIGESTIVE ALTE

Le emorragie digestive alte si configurano come perdite ematiche a livello del tratto digerente al di sopra del legamento del Treitz. Se il sanguinamento avvenisse al di sotto del suddetto legamento, allora si parlerà di emorragia digestiva bassa.

Una emorragia digestiva alta può configurarsi come:

  • ematemesi: emissione di sangue col vomito, che assume un colorito variabile dal rosso al caffeano dovuto ai succhi gastrici che trasformano l’emoglobina in ematina conferendone il tipico colore scuro;
  • melena: evacuazione di feci di color piceo, dovuto a emissione di sangue, il quale viene a trovarsi a contatto con i succhi gastrici digestivi e la flora batterica.

Eziologia

Le emorragie digestive alte possono manifestarsi a diversi livelli quali:

  • Esofago: le cause saranno ascrivibili a varici esofagee, sindrome di Mallory-Weiss, tumori benigni e maligni, diverticoli;
  • Stomaco: avremo come cause ad esempio ulcere gastriche peptica;
  • Duodeno: come in un’ulcera duodenale peptica;
  • Fegato: è insieme al pancreas una ghiandola annessa, può provocare sanguinamenti per emobilia;
  • Pancreas: la causa potrebbe essere wirsungragia.

Diagnostica

Una tecniche fondamentale nella diagnostica per emorragie digestive alte è indubbiamente l’esofagogastroduodenoscopia (EGDS). L’esame è eseguito a digiuno da almeno otto ore, in decubito laterale sinistro dopo somministrazione di anestesia topica della faringe e infusione endovenosa di benzodiazepine od oppiacei per la sedazione del paziente. L’esame standard consente l’esplorazione fino alla seconda porzione del duodeno, prassi oramai per prelievi bioptici per lo studio istologico e per la rilevazione rapida di Helicobacter pylori. Attualmente viene effettuata soltanto se il risultato possa introdurre significative modifiche della terapia, dopo un tentativo empirico di terapia rivelatosi efficace o quando è previsto che venga seguito un intervento. Ovviamente è sconsigliata farla se la sua esecuzione non porterebbe in alcun caso a modificazioni della terapia, se i rischi superano i benefici, se il paziente non è collaborante o se si sospettasse una perforazione viscerale.

Altre tecniche che vanno a rivelarsi efficaci possono essere l’arteriografia, utile per capire quale viene ad essere il vaso occluso, l’RX delle prime vie del tubo digerente o una scintigrafia con tecnezio 99;

Terapia

Per intervenire terapeuticamente si potrebbe effettuare, nel caso ad esempio di varici esofagee, un’endoscopia con iniezione di sostanze sclerosanti quali polidocanolo associato ad adrenalina.